Nahuel Pérez Biscayart, Noémie Merlant

Un Anno, Una Notte, la tragedia del Bataclan non passa nel film di Isaki Lacuesta

La tragedia al Teatro Bataclan, avvenuta la notte del 13 novembre 2015 – gli attentati terroristici di matrice islamica, tra esplosioni e sparatorie portarono alla morte di 90 persone – è al centro di Un Anno, Una Notte, il film, dal 10 novembre al cinema, diretto da Isaki Lacuesta con protagonista la coppia formata da Nahuel Pérez Biscayart e Noémie Merlant, due giovani sopravvissuti alla tragedia e perennemente in lotta per voltare pagine e riprendere a vivere.

Il film

Ramon (Nahuel Pérez Biscayart) e Céline (Noémie Merlant) sono una giovane coppia che assiste al concerto al teatro Bataclan di Parigi la fatidica notte del 13 novembre 2015. Sopravvivono all’attacco ma non abbandonano il teatro nello stesso momento. Quella notte lascerà una profonda cicatrice nelle vite di entrambi e ognuno di loro cercherà di affrontarne le conseguenze nel modo che pensa possa essere il migliore. Céline cerca a tutti i costi di dimenticare i tragici eventi vissuti aggrappandosi alla sua vecchia vita mentre Ramón si ostina a tornare ripetutamente con la memoria a quella notte, nel tentativo di ricordare e comprendere l’accaduto. Anche se in modo diverso entrambi cercano una risposta alla stessa domanda: come continuare ad andare avanti insieme?

Isaki Lacuesta racconta…

“Il mio racconto sugli attacchi al Bataclan proviene in larga parte dalle conversazioni avute con il produttore Ramón Campos che era a Parigi con la famiglia quella notte. Questa esperienza così estrema ha avuto un impatto molto forte su di lui che dal quel momento ha cominciato a documentarsi su tutto ciò che era stato prodotto sugli attentati. Abbiamo guardato insieme la serie di documentari November 13: Attack on Paris, e abbiamo iniziato il lavoro che ci avrebbe portato a Ramón González. Il suo libro autobiografico Paz, Amor, y Death Metal racconta dell’influenza che ebbero gli attacchi nel corso della sua vita. Dopo una serie di incontri con Ramón e la sua fidanzata Céline abbiamo avuto un’impressione molto chiara del libro: sentire da loro il racconto sull’accaduto, un racconto così personale, di una esperienza così al limite, ci ha fatto comprendere quanto nel libro tutto fosse descritto in modo veritiero”.

Nahuel Pérez Biscayart

Nahuel Pérez Biscayart

“I loro resoconti ci ricordano come questa potrebbe essere la storia di ognuno di noi, un’esplorazione universale di un evento traumatico, una narrazione sull’identità, l’amore e la perdita. L’intenzione del libro è preservare e trasmettere l’esperienza personale di Ramón e Céline, trasportare lo spettatore dentro le loro teste per fargli sentire quello che provavano mentre vivevano la loro storia. Al centro di questo film c’è una coppia innamorata che entra nella sala del Bataclan sintonizzata sulla prospettiva di una vita insieme ma che lascia quella stessa sala completamente fuori sync. Ognuno di loro ha vissuto l’attacco e le conseguenze in modo totalmente differente. In un certo senso è come se da quel momento in poi, vivessero in tempi differenti e in posti differenti nello stesso momento. Dopo essere sopravvissuti all’attacco il nemico comune di questa coppia diventa il loro passato traumatico”.

“La musica è uno dei protagonisti di questo film: l’attacco si svolge in una sala da concerto e uno degli obiettivi dichiarati dei terroristi era proprio di attaccare lo stile di vita rappresentato in quelle canzoni interrotte dai colpi esplosi. Abbiamo cercato di creare un’esperienza sensoriale forte per lo spettatore attraverso un mix di registrazioni realistiche e di leggeri spostamenti di contesto per trasportare lo spettatore nel mood del personaggio e nel suo stato d’animo. Il nostro obiettivo è sempre stato quello di permettere allo spettatore di identificarsi con l’esperienza di Ramón e Céline e attraverso di loro sviluppare un’abilità di rivivere e di riflettere su questi eventi che sono secondo noi cruciali per capire il mondo in cui viviamo. Ma il film è anche un invito rivolto agli spettatori a chiedersi: viviamo davvero la vita che vorremmo?“.

Noémie Merlant

Noémie Merlant

“Il libro di Ramón González si chiude con queste parole: “Cosa avrei potuto dirle? Quali sarebbero state le parole giuste? (…) Rimanemmo in silenzio. Dopo un po’ iniziammo a parlare d’altro. E la vita procedette”. Ramón e Céline non vogliono essere dei sopravvissuti: non vogliono sopravvivere ma vivere pienamente. Speriamo che questo film sia fedele alla loro storia”.

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