Un Vizio di Famiglia (1)

Un Vizio di Famiglia, Laure Calamy nei segreti e misteri di Sébastien Marnier

Dopo essere stato presentato alla 79a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, in Orizzonti Extra, sarà in sala il 4 gennaio Un Vizio Di Famiglia, il terzo lungometraggio di Sébastien Marnier, un imprevedibile dramma familiare dalle tinte thriller con protagonisti Laure Calamy, Doria Tillier, Suzanne Clément, Dominique Blanc e Jacques Weber. 

Il film

In una lussuosa villa in riva al mare, Stéphane (Laure Calamy), una giovane donna, operaia in un conservificio, si ritrova in una famiglia ultraricca con un padre sconosciuto (Jacques Weber), la sua stravagante moglie, la loro figlia ambiziosa, madre di un’adolescente ribelle, e la loro inquietante cameriera. Qualcuno sta mentendo. Tra colpi di scena e bugie, il mistero cresce e il sospetto si diffonde.

Sébastien Marnier racconta…

«In Un Vizio Di Famiglia racconto un momento particolare della vita di mia madre. Un giorno, quando aveva 60 anni, scoprì chi era suo padre. Era un banchiere di Poitiers che, politicamente, simpatizzava per la destra. Noi eravamo una famiglia dalle tendenze comuniste e appartenevamo alla classe medio-bassa del quartiere popolare di ‘Cité des 4000’ a La Corneuve, poco fuori Parigi. Mia madre lo adorò dal primo secondo in cui lo vide, nonostante avesse sempre impedito a me e mio fratello di fraternizzare con chi votava destra! Fu una cosa bella e tenera da vedere, ma mi scosse anche molto, perché quell’incontro incrinò molti dei principi dei miei genitori. L’incontro tra mia madre e suo padre iniziò con una telefonata e con le stesse parole che ho riportato nel film. Il resto della storia, però, è inventato di sana pianta”.

Jacques Weber

Jacques Weber

Il film parla della fine del patriarcato e l’idea era di avere solo donne nella storia, ad eccezione dell’origine del male stesso: il padre. All’inizio mi sembrava astratto e inattuabile, ma, mentre il film mi si formava in mente, ho capito che bastava semplicemente non fare un racconto naturalistico. Era una fiaba e avrei dovuto portare a termine l’idea originale”.

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