(foto di Andrea Micone)

Vivere di Francesca Archibugi, la famiglia tra lotta e sconvolgimenti

(foto di Andrea Micone)

Adriano Giannini e Micaela Ramazzotti sono i protagonisti di Vivere, la pellicola diretta da Francesca Archibugi (che l’ha anche scritta insieme agli inseparabili Francesco Piccolo e Paolo Virzì) che sarà presentata questa sera – Fuori Concorso – alla 76. Mostra del Cinema di Venezia. Il film – che nel cast vede all’opera anche Massimo Ghini, Marcello Fonte, Roisin O’Donovan, Andrea Calligari, Elisa Miccoli, Valentina Cervi, Enrico Montesano – uscirà poi nelle sale dal 26 settembre.

Vivere

Il termine ‘famiglia’ proviene dal latino familia: gruppo di servi e schiavi patrimonio del capo della casa. Secoli dopo, il nostro Pater familias è Luca Attorre (Adriano Giannini), giornalista freelance, confezionatore di articoli di colore che piazza a stento sui giornali. In una periferia decorosa fatta di villette a schiera, non riesce a mantenere Susi (Micaela Ramazzotti), ballerina ridotta a insegnare danza a signore sovrappeso e Lucilla, la loro bimba di sei anni, quieta e fantasiosa, ma affetta da asma bronchiale severa. Li soccorre economicamente Pierpaolo, il figlio diciassettenne di Luca, avuto da una precedente relazione.

Il ragazzo vive in un villino liberty con la madre e il nonno, importante avvocato di celebri processi legati alla politica e che fattura svariati milioni di euro all’anno. Dentro una Roma magnifica e incomprensibile, materna e matrigna, casca nel mezzo Mary Ann (Rosin O’Donovan), irlandese molto cattolica e studentessa di storia dell’arte, ragazza alla pari per la piccola Lucilla. Nel fondersi con gli Attorre, in un anno di permanenza denso di legami di amicizia e d’amore, leciti e illeciti, Mary Ann scopre che nell’Italia che aveva studiato e idealizzato il bene e il male hanno confini negoziabili.

Adriano Giannini (foto di Andrea Micone)

Adriano Giannini (foto di Andrea Micone)

Attraverso Vivere, Francesca Archibugi ha voluto lanciare un segnale al cinema: “la mia ambizione è annullare la macchina da presa: la storia deve sembrare raccontata da sé stessa. Incalzato da una televisione di qualità sempre maggiore, sembra che il cinema, per avere la legittimità di esistere, debba magnificare la grandezza dello schermo con immagini extra-ordinarie. Sempre più raramente si vedono film di grandiosa semplicità, che sprigionino la complessità dell’esistenza senza averne l’aria. Con un po’ di testardaggine difendo questa idea di cinema. Nessuno rapina, nessuno ammazza, nessuno vola, nessuno muore di overdose. Eppure vivere non fa meno male“.


Scherza Con I Fanti di Gianfranco Pannone

Sempre oggi sabato 31 agosto, come Evento Speciale a Le Giornate Degli Autori/Venice Days – verrà presentato Scherza Con I Fanti di Gianfranco Pannone, un viaggio tragicomico nella recente storia d’Italia e, insieme, un canto per la pace. Un percorso lungo più di cent’anni, dall’Unità d’Italia a oggi, per scandagliare il difficile, sofferto e spesso ironico rapporto del popolo italiano con il mondo militare e con il potere. Attraverso le preziose immagini dell’Archivio Luce, i magnifici canti popolari e quattro diari intimi: di un soldato del Regio nell’Ottocento, di un combattente in Etiopia nel 1935, di una donna partigiana, di un sergente della Marina militare in Kosovo. Storie private e storia collettiva di un popolo che con duemila anni di guerre potrebbe essere maestro mondiale di pace.

"Scherza Con I Fanti"

“Scherza Con I Fanti”

Gianfranco Pannone ha raccontato: “ho usato i canti popolari e diari di guerra per raccontare, non senza umorismo, il sofferto rapporto del popolo italiano con il mondo militare e più ampiamente il potere. Questo ci siamo prefissati, senza dimenticare l’idea di un più universale inno alla pace, convinti che le drammatiche e assai spesso sanguinose vicende italiane, avvenute lungo ben due millenni, possano rappresentare un monito per tutti, pensando ai conflitti complessi di questo frangente storico“.

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