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Reverse, il legal thriller di Mauro John Capece con la musica di Marco Del Bene

Dal 21 aprile su Sky Prima Fila, Chili, The Film Club, AppleTV e Google Play è disponibile alla visione Reverse, il legal thriller scritto da Guillaume Pichon e diretto da Mauro John Capece in cui vittima e carnefice si sovrappongono in un gioco di morte e colpevolezza, finzione e violenza psicologica. Fitto di colpi di scena e dal sapore retrò, il film è interpretato da Iago Garcia, Corinna Coroneo, Adrien Liss, Klaudia Pepa, Simonetta Ingrosso.

Il film

Giulia Montelli, 35 anni, è una poliziotta investigatrice di Roma. Il suo capo l’ha mandata in missione da sola presso una clinica psichiatrica del centro Italia per interrogare Matteo Muzzi, un serial killer di 36 anni che è accusato di ripetuti omicidi in Italia, Svizzera e Francia. Il soprannome di quel Muzzi è “il killer del coltello blu” perché firmava ogni suo delitto con un coltello blu piantato nel corpo della vittima. Dopo il suo arresto avvenuto qualche mese prima in Italia, Muzzi fu dichiarato schizofrenico dagli psichiatri e di fatto non perseguibile penalmente perché incapace di intendere e volere. Ma diventerebbe perseguibile se facesse quello che gli americani chiamano Reverse, ovvero una confessione in stato lucido. La missione di Giulia è quindi ottenere quel Reverse, affinché Muzzi sia processato da una corte penale.

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Mauro John Capece racconta…

Girato in piena pandemia da covid-19, Reverse è stato per me un’importante occasione per tornare a girare nonostante i vari interminabili lockdown. Dopo la mia trilogia della riflessione composta da La Scultura, SFashion e La Danza Nera, Reverse è il primo di una nuova personale trilogia, quella dei film della sensazione. Passare dal film d’autore a quelli più cari al pubblico è una novità molto importante per la mia carriera e per farlo non potevo che scegliere un legal Thriller pieno di colpi di scena. Lo sceneggiatore francese Guillame Pichon ha scritto un film che funziona e ho deciso di abbracciare il progetto senza indugio, circondandomi delle solite meravigliose persone con cui realizzo spesso i miei film. Lo stile di Reverse non poteva che essere classico e old fashioned. Certo, come sempre capita nei miei film, ci sono diverse rivisitazioni sperimentali sul genere e sulla tecnica ma in generale l’approccio classico era la soluzione migliore per narrare questa storia che ha, soprattutto nel finale, il sapore del cinema degli anni settanta e ottanta. Come da recente usanza, ho deciso di dedicare anche questo film a un grande regista della storia del cinema: in questo caso all’intramontabile Sidney Lumet”.


EXTRA – Reverse, la colonna sonora di Marco Del Bene

Nel film di Capece, il crescendo emotivo si snoda sulle note della colonna sonora firmata dal producer Marco Korben Del Bene. Elettronico e interamente suonato, Reverse è un album dal sound estremamente dark che si muove tra elettronica e musica acustica in uno stile dai tratti nord europei e introspettivi. Formato da 19 tracce estratte dalla colonna sonora del film di Capece, più di 88 minuti di musica dall’atmosfera magnetica, Reverse vuole penetrare in un ascolto profondo. Giocando su stati d’animo differenti, musicali ed emotivi, l’album nel suo alternarsi di suoni, note e armonie dark, si presta a diverse interpretazioni, sfruttando quel linguaggio evocativo che già Marco Del Bene aka Korben aveva mostrato nel precedente Resilienza2020.

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Amo il genere thriller psicologico – spiega Marco Del Bene anche in questo caso, per avere un massimo controllo sul prodotto, ho preferito curare tutti gli aspetti, dalla composizione, alla produzione fino ad arrivare al sound design, un’attenzione necessaria se si vuole avere un match fra immagini e suono. Per gli apporti di musica elettronica ho scelto di non programmare le sequenze ma di lavorare attraverso una partitura, nel modo più classico,  nell’obiettivo di dare un contributo non solo di servizio ma artistico e da performer che consentisse alla musica di essere un pezzo del puzzle disegnato da M.J. Capece, il regista. Riportare Live Reverse sarebbe una vera sfida. Il progetto parte proprio dall’idea di poter realizzare le cose e idealizzare una performance: è stato molto importante soprattutto in questo momento dove ogni musicista è privato di ogni contatto con il pubblico e con altri artisti“.

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