Credit: David Lee / Focus Features

Spike Lee dirige BlacKkKlansman, l’avventura sempre attuale di Ron Stallworth

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Ispirato dall’omonimo libro di Ron Stallworth, dal visionario filmmaker Spike Lee giovedì 27 settembre arriva nelle nostre sale l’incredibile storia vera di un eroe americano: BlacKkKlansman . Una pellicola (vincitrice del Gran Prix a Cannes e del Premio del Pubblico a Locarno 71) che offre un’analisi chiara e realistica del problema razziale nell’America degli anni ‘70 che è altrettanto fortemente rilevante nel tumultuoso mondo di oggi. Protagonisti sono: John David Washington, Adam Driver, Topher Grace, Corey Hawkins, Laura Harrier, Ryan Eggold, Jaspar Pääkkönen, Ashlie Atkinson.


Il film

Sono gli anni ’70, un periodo di grandi disordini sociali causati anche dall’infuriare della lotta per i Diritti Civili. Ron Stallworth (John David Washington) è il primo agente afro-americano del Dipartimento di Polizia di Colorado Springs, ma il suo arrivo è accolto con scetticismo e aperta ostilità dai poliziotti di ogni ordine e grado del Dipartimento. Impassibile, Stallworth decide di farsi un nome e di fare la differenza nella sua comunità e si imbarca in una pericolosa missione: infiltrarsi e smascherare il Ku Klux Klan.

Fingendosi un fanatico razzista, Stallworth contatta il gruppo e presto si trova a essere invitato a far parte del circolo ristretto dei pochi. Instaura anche un rapporto con il Grande Mago del Klan, David Duke (Topher Grace), che elogia l’impegno che Ron mette nella promozione dell’America Bianca. L’indagine sotto copertura diventa sempre più complessa e il collega di Stallworth, Flip Zimmerman (Adam Driver), finge di essere Ron negli incontri di persona con i membri del Gruppo dell’Odio e da insider viene a conoscenza di un complotto fatale. Insieme Stallworth e Zimmerman fanno squadra per abbattere l’organizzazione il cui vero obiettivo è quello di mitigare la violenta retorica per piacere alle masse.

Adam Driver e John David Washington. Credit: David Lee / Focus Features

Adam Driver e John David Washington – Credit: David Lee / Focus Features

Una storia incredibile che prende vita

A metà degli anni ‘70, Ron Stallworth ha abbattuto le barriere come primo agente afro-americano del Dipartimento di Polizia di Colorado Springs. Stella nascente con grandi potenzialità, Stallworth si era distinto come agente esemplare nel suo primo importante incarico sotto copertura, partecipare a una conferenza del Leader del Partito dei Black Panther Kwame Ture. Subito dopo sul giornale si è imbattuto nell’inserzione che avrebbe cambiato per sempre la traiettoria della sua vita. Nero su bianco e in grassetto c’era un messaggio di reclutamento del Ku Klux Klan in cerca di nuovi membri. Attraverso una serie di coraggiosi incontri, Stallworth viene invitato ad entrare nella cerchia ristretta dell’Organizzazione. Coltiva addirittura un rapporto personale con il leader del Gruppo dell’Odio, David Duke, che non ha mai sospettato della vera identità di Stallworth né della sua razza.  Decenni più tardi, uno Stallworth in pensione ha trascritto le sue incredibili esperienze nel memoir del 2014 Black Klansman, raccontando la storia straordinaria di come un poliziotto nero sia riuscito a diventare un membro associato del KKK. Quasi immediatamente, Hollywood ha cominciato a chiamare facendogli offerte per trasformare il suo libro in un film.

Nelle mani di Spike Lee

Ma Stallworth, saggiamente, non voleva che la storia della sua vita capitasse nelle mani sbagliate. Nel corso della sua straordinaria carriera più che trentennale, il cineasta candidato all’Oscar Spike Lee ha realizzato un indimenticabile corpo di lavoro, fin dal suo film indipendente della svolta Lola Darling del 1986. Con film come Fà la Cosa Giusta, Malcom X, Inside Man e il documentario in quattro parti When the Levees Broke: A Requiem in Four Acts, Lee ha dimostrato volta dopo volta di essere uno dei registi e sceneggiatori più originali e creativi d’America. Si è fatto una reputazione come forza creativa formidabile e inflessibile la cui arte è radicata nella verità, oltre che come sostenitore instancabile e senza peli sulla lingua dell’equità e giustizia sociale.

Credit: David Lee / Focus Features

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Un tema sempre attuale

Nel 1989, Spike Lee ha riscosso un successo travolgente al Festival di Cannes con Fà la Cosa Giusta. A maggio di quest’anno è successa la stessa cosa quando il regista ha presentato in anteprima mondiale BlacKkKlansman come uno dei soli due titoli americani in concorso vincendo poi il prestigioso Premio della Giuria.  Il film è stato accolto come un’appassionante storia di vita vera che celebra i traguardi raggiunti da un uomo davvero straordinario e come una potente accusa contro gli ideali suprematisti bianchi che stanno rinascendo e prosperando in America sotto l’attuale governo. La rilevanza della storia di Ron Stallworth era evidente.

Un pensiero che sostiene fortemente Harry Belafonte: “dobbiamo combattere utilizzando qualsiasi cosa abbiamo a disposizione per sopravvivere. Solo attraverso l’arte e solo attraverso il potere del cinema e il potere della letteratura la gente può essere informata, perché la maggioranza dell’America Bianca non trascorre il suo tempo soffermandosi sulle difficoltà e i guai dell’America Nera. È troppo impegnata a cercare di sopravvivere e a godersi i privilegi per i quali ha lavorato. Io però non credo che ci potrà mai essere alcuna armonia nelle nostre esistenze, in quello che siamo come nazione, fino a quando non presteremo la massima attenzione a quello che accade a milioni dei suoi abitanti”.

Credit: David Lee / Focus Features

Credit: David Lee / Focus Features

Amore V.s. Odio

In conclusione, Spike Lee afferma: “questo film è un’analisi del mondo in cui viviamo. Questo film è un esame di dove c’è una battaglia culturale di Amore versus Odio come gli anelli che Radio Raheem portava sulle nocche in Fa’ la cosa giusta, che venivano dai tatuaggi che Robert Mitchum aveva sulle dita in La Morte Corre Sul Fiume. Amore versus Odio. Incroci le dita e speri e preghi che la gente lo capisca”.

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