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Suona Ancora, il coraggio di vivere dei figli e nipoti della Shoah

A concludere questa settimana dedicata alla Memoria, questa sera verrà trasmesso su Tg2 Dossier, alle ore 23:40 circa, il film documentario Suona Ancora – Il Coraggio dei Figli e Nipoti della Shoah è Stato Quello di Vivere scritto da Israel Moscati e diretto da Beppe Tufarulo. La messa in onda televisiva sarà contemporanea alla presentazione del documentario presso il Conservatorio Israeliano di Musica di Tel Aviv, alla presenza dell’autore Israel Moscati.

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Parole come note, uno spartito dolente e solitario di storie drammatiche ed incancellabili raccontate dai discendenti di sopravvissuti ai campi di sterminio nazisti. Da Roma a Tel Aviv passando per Berlino e Budapest, Moscati si fa maestro concertista di sofferenze condivise, di ferite profonde che si tramandano devastanti nelle vite di figli e nipoti delle vittime della Shoah. Tutti gli intervistati sono musicisti o appassionati di musica come lo erano i loro padri e i loro nonni.

Traumi difficili da superare: resta il coraggio di vivere per la “rinascita” del popolo ebraico. Il documentario è strutturato con una serie di interviste nelle varie città europee e in Israele, dove un bambino di dodici anni suona la viola proveniente dai campi di sterminio che uno dei protagonisti, il restauratore di violini Amnon Weinstein, molti anni fa ha recuperato e restaurato.

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Suona Ancora è stato ideato e scritto da Cesare Israel Moscati come prosecuzione del film I Figli della Shoah. Il progetto, che si segmenta attraverso la realizzazione di una serie di documentari (i quali seguono lo stesso filo conduttore ma che si differenziano per tematiche e sfumature differenti), mediante interviste, raccolte di testimonianze, ha l’obiettivo di entrare nell’anima dei figli della Shoah e scavare nel profondo dolore del lutto non sempre elaborato e della conseguente devastazione psicologica causati dalla Shoah a coloro che sono rimasti vivi e ai loro figli e nipoti, e attraverso i racconti di questi ultimi ricostruisce e da voce al “futuro” della Shoah, attraverso le voci dei suoi figli e nipoti rimasti anch’essi vittime di una alienazione come “prodotto della Shoah”.

Al centro c’è anche il legame spirituale e sentimentale che i protagonisti del documentario hanno con la musica. Israel Moscati, all’interno dell’Israel Conservatory of Music di Tel Aviv, ha avuto la possibilità di conoscere un gruppo di ragazzi con il loro maestro, e di assaporare tutta la potenzialità che la musica sviluppa nell’uomo: “la cosa più bella era l’età dei ragazzi, dai quattordici ai diciassette anni, che hanno avuto la capacità di donarci la loro forza della musica come trasformazione del dolore” spiega Moscati.

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Tra loro c’era anche Omri, il nipote di Hannah, un bambino di dodici anni a cui è stato dato l’onore di suonare in auditorium la viola della Shoah che Amnon e suo padre avevano acquistato moltissimi anni fa: “è come se quell’auditorium vuoto si fosse riempito di tutte le anime della Shoah che erano lì presenti per riprendersi la vita. In quegli attimi, hanno convissuto insieme il passato, il presente ed il futuro” conclude Israel Cesare Moscati.

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