null

Allied, l’amore a doppio filo di Robert Zemeckis

Il regista premio Oscar Robert Zemeckis è dal 12 gennaio al cinema con Allied – Un’Ombra Nascosta, allo stesso tempo un ipnotizzante thriller di spionaggio, un intenso film di guerra e un’appassionata storia d’amore tra due assassini che potrebbero essere anime gemelle o nemici fatali – o entrambe le cose insieme. Protagonisti sono Brad Pitt e Marion Cotillard.

È il 1942 e 26 nazioni si sono appena unite nelle Forze Alleate per combattere la minaccia nazista che sta invadendo l’Europa. In una missione speciale per lo Special Operations Executive (SOE) britannico, il pilota canadese Max Vatan (Brad Pitt) si paracaduta nella Casablanca occupata per fare fuori l’ambasciatore tedesco. Qui incontra l’affascinante combattente della resistenza francese, Marianne Beauséjour (Marion Cotillard), scelta per fingere di essere la sua sposa.

La divampante fiamma tra loro diventa presto molto più che una recita, anche nel bel mezzo di enormi difficoltà. Quando si ritrovano a Londra, il loro amore diventa solo più profondo e Max e Marianne diventano una famiglia. Poi, però,  arriva il giorno in cui Max viene informato che la sua idilliaca nuova vita familiare potrebbe essere un inganno colossale e questo da il via a un disperato inseguimento della verità attraverso un labirinto potenzialmente letale di confini e alleanze sia internazionali che personali.

Brad Pitt è Max Vatan

Brad Pitt è Max Vatan

Allied è stato scritto da Steven Knight che è rimasto colpito dalla storia di due spie della Seconda Guerra Mondiale sotto copertura che si sono innamorate follemente solo per essere messe mortalmente una contro l’altra quando si sono scoperte le loro vere identità.  Si dice che in amore e in guerra tutto sia lecito, ma quando le due cose si combinano nella maniera più esplosiva e pericolosa, le certezze morali possono vorticare velocemente fuori controllo. È noto che tra alcune spie della Seconda Guerra Mondiale, che lavoravano in situazioni di vita-o-di-morte le une vicine alle altre, scoppiassero delle improvvise e inaspettate storie d’amore, specialmente visto che uomini e donne sotto copertura dovevano spesso fingere di essere una coppia.

C’era però una regola scoraggiante che pendeva sui loro capi – la cosiddetta Intimate Betrayal Rule: se due agenti segreti si sposavano e uno di loro scopriva che il partner divulgava segreti alla parte nemica, ci si aspettava che quell’agente, con uno straziante sacrificio, giustiziasse il suo amato/la sua amata con le sue stesse mani e senza indugiare o che affrontasse l’immediata impiccagione per alto tradimento. L’idea che degli amanti affrontassero il fatale dilemma tra le infrangibili promesse del matrimonio e la profonda lealtà verso la loro nazione in una guerra che doveva essere vinta per il futuro del mondo ha affascinato Knight ed è diventata il trampolino per un soggetto che ha immediatamente riscosso grande attenzione.

Marion Cotillard è Marianne Beausejour

Marion Cotillard è Marianne Beausejour

Knight ha re-immaginato la storia e l’ha centrata su un assassino particolarmente tosto ed esperto, Max Vatan, che non è il tipo che lascia che un flirt annebbi i suoi pensieri. Lo ha reso membro del leggendario e addestratissimo Special Operations Executive (SOE) inglese – l’agenzia di spionaggio top-secret che aveva ricevuto l’ordine da parte di Winston Churchill di “incendiare l’Europa” e che l’ha preso alla lettera, collaborando con la Resistenza francese in una serie di coraggiose missioni di sabotaggio e di tentativi di assassini dietro le linee naziste. Poi Knight ha creato la donna affascinante ed enigmatica alla quale nemmeno Max avrebbe potuto resistere, la combattente della Resistenza francese Marianne, che è intelligente, abile e tosta quanto lui – ma che potrebbe anche non essere quello che sembra.

L’errore che le persone fanno in certe situazioni è provare sentimenti, dice Marianne, ma nessuno dei due riesce a spegnere il desiderio che ha per l’altro. Dall’inizio, Max e Marianne si prendono in giro e si esaminano costantemente l’un l’altra in modi giocosi – ma questo gioco diventa mortalmente serio quando Max è costretto a pedinare la sua amata moglie per rispondere alla domanda più impensabile: potrebbe davvero essere una traditrice? L’intensità crescente, la fiducia che oscilla continuamente e il pericolo assoluto che vivono i due protagonisti che si muovono attraverso molti Paesi devastati dalla guerra, rendono la storia tanto sensuale quanto implacabilmente piena di suspense.

Marianne e Max

Marianne e Max

Per quanto però Robert Zemeckis abbia realizzato ed esplorato una grande varietà di storie, non aveva ancora mai affrontato il genere storico in costume, né aveva mai applicato il suo stile visivo ai paesaggi evocativi della Seconda Guerra Mondiale – e queste due cose lo attraevano molto. In Allied ha visto contemporaneamente: un giallo avvincente, una rete di inganni, uno sguardo fresco sulla Seconda Guerra Mondiale e una storia d’amore di profondità insolita e di grande forza che diventa poi una questione di onore. Ha visto soprattutto un film pieno di potenzialità visive che potevano servire i temi della storia.

Zemeckis l’ha vista come una storia che pone le domande che tutti ci poniamo rispetto ai nostri amati: Ti conosco davvero?  Posso fidarmi completamente di te?  Mi tradirai? Cosa sei disposto a fare per salvare quello che abbiamo? Nel mondo teso e incerto delle spie della Seconda Guerra Mondiale, però, queste stesse domande assumono una ferocia crescente e mortale: “è una cosa che succede nella vita, ma nel mondo di Max e Marianne ci sono due persone che fanno già finta di essere qualcun altro dall’inizio, e la verità per loro è sfuggente” spiega Robert Zemeckis. Come si costruisce allora la fiducia?

Max e Marianne

Max e Marianne

In Allied il regista ricrea la Londra del Blitz distrutta ma audacemente sprezzante del pericolo: “Londra era stata bombardata durante la notte ma, nonostante questo, la gente continuava con la vita”. Robert Zemeckis ha voluto immortalare “un mondo in cui la macchina della guerra è sempre sullo sfondo in cui però la gente vive con una sorta di abbandono totale perché si rende conto che la vita può finire in ogni momento. C’era una sorta di fatalismo sia nel modo in cui le persone si comportavano che nel modo in cui appariva Londra in quel tempo. È un mondo in cui le persone tentano di sconfiggere la morte in ogni momento, anche Max e Marianne, il cui amore si sviluppa nel pericolo e non può sfuggirgli nemmeno quando si sposano”.

“Allied è una storia di tradimento e il tema universale di questo film è questo: come reagiamo quando cominciamo a pensare che la persona che amiamo non è quella che dice di essere”.

Ronbert Zemeckis

Leave a Comment