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Judi Dench torna regina nel Vittoria e Abdul di Stephen Frears

Vent’anni dopo La Mia Regina (1997, di John Madden), una sontuosa Judi Dench torna al ruolo della Regina Vittoria in Vittoria e Abdul, il film diretto da Stepehen Frears presentato Fuori Concorso alla 74. Mostra del Cinema di Venezia. La sceneggiatura è di Lee Hall e si basa su Victoria & Abdul: The True Story of the Queen’s Closest Confidant (Vittoria e Abdul. La Vera Storia Del Confidente Più Vicino Alla Regina), il libro della giornalista Shrabani Basu, che, attraverso i diari di Vittoria e di Abdul, ha portato alla luce la loro storia a lungo tenuta nascosta.

Vittoria e Abdul racconta la vera e straordinaria storia della sorprendente e improbabile amicizia tra la Regina Vittoria (Judi Dench) e un giovane indiano, Abdul Karim (Ali Fazal), che diventa il suo maestro, il suo consigliere spirituale e il suo amico devoto.

Nel 1887, Abdul parte dall’India per donare alla regina una medaglia in occasione delle celabrazioni per il suo Giubileo d’Oro ma, sorprendentemente, trova il favore della sovrana. Il loro improbabile rapporto senza precedenti scatena una battaglia all’interno della casa reale, che mette la regina a confronto con la corte e la famiglia. Vittoria e Abdul esplora con umorismo questioni di razza, religione, potere e la farsa dell’Impero attraverso il caleidoscopio di un’amicizia davvero insolita e profondamente commovente.

Victoria And Abdul

Il mondo conosce bene Vittoria, l’iconica leader che ha regnato su un impero che si estendeva in tutto il mondo – ma Abdul chi era?: “lei era la regina d’Inghilterra e lui un umile impiegato indiano – racconta la scrittrice Shrabani Basula loro amicizia ha scioccato il palazzo e ha quasi portato a una rivolta contro la Regina”. Nel 2001, mentre stava facendo delle ricerche sulla storia del curry, la Basu ha letto che alla Regina Vittoria piaceva molto mangiare piatti conditi con questa polvere. Così ha deciso di visitare Osborne House, la residenza di Vittoria sull’Isola di Wight, ed è rimasta affascinata da due ritratti e un busto di bronzo che ritraevano un uomo indiano dall’aspetto regale. Nello spogliatoio di Vittoria ha visto un altro ritratto dell’uomo indiano, appeso proprio sotto quello del suo amato John Brown.

In una scala più grande la sala Durbar di Osborne, piena di tesori arrivati dall’India, era un monumento al fascino che Vittoria subiva per “il gioiello della corona”, il Paese di cui era Imperatrice ma che non ha mai visitato. Basu spiega: “per ragioni di sicurezza non poteva andare in India e per questo faceva venire l’India da lei”. Nel 2006 la scrittrice ha visitato Balmoral, il castello della regina nelle Highlands scozzesi, dove ha visto il Cottage Karim, la casa che Vittoria aveva fatto costruire per Abdul. Si era accorta che c’era qualcosa di importante in quel misterioso giovane uomo indiano conosciuto come ‘Munshi’ (il maestro), e si è prefissata il compito di scoprire cosa fosse.

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Il figlio delle Regina, Bertie, poi Re Edoardo VII, aveva distrutto tutta la corrispondenza tra sua madre e il Munshi ma non ha pensato a toccare i diari hindustani della regina. In quesi diari, Basu ha scoperto la storia della Regina Vittoria e del suo amato Munshi, Abdul Karim. Scritti a mano da Vittoria in urdu e conservati nell’Archivio Reale, i diari sono stati lasciati totalmente fuori da tutte le versioni occidentali della storia vittoriana perché nessuno storico sapeva leggere l’urdu. La Basu riporta: “capisco l’urdu ma non lo leggo. Abdul aveva scritto delle righe in carattere romano per Vittoria e io ho capito quelle. La parte solo in lingua urdu l’ho fatta tradurre. C’erano 13 volumi”. Da queste pagine è emerso il rapporto tra Vittoria e Abdul.

Restava ancora un volume da scoprire e la ricerca della Basu l’ha portata a Karachi in Pakistan dove un nipote di Abdul, che non ha mai avuto figli, l’ha guidata verso un diario conservato in un baule. Abdul aveva cominciato a scrivere questo diario nel 1887, anno in cui era stato chiamato a viaggiare dall’India all’Inghilterra per servire durante le celebrazioni dell’Anniversario d’Oro in onore dei 50 anni di regno della Regina. Questo diario ha dato alla Basu un resoconto di prima mano che confermava gran parte di quello che aveva trovato negli scritti in urdu della Regina. “Alla fine – dice la scrittrice – avevo trovato la voce di Abdul”.

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I dettagli hanno affascinato l’autrice, che racconta: “Abdul aveva 24 anni quando è stato inviato dall’India al Regno Unito. Ha attirato l’attenzione di Vittoria ed è stato rapidamente promosso. Vittoria ha previsto per lui delle lezioni extra di inglese che potessero permettergli di conversare più facilmente con lei. Ogni sera lui le dava lezioni di urdu e le leggeva le poesie di Ghalib”. I due divennero inseparabili: “la casa reale complottò contro di lui, minacciando l’intervento del Principe di Galles [il titolo di Bertie a quel tempo]. Vittoria difese Abdul senza cedimenti”. Operando una selezione dal diario e dai resoconti, Basu ha scritto Victoria & Abdul: The True Story of the Queen’s Closest Confidant.

Un libro che doveva per forza trasformarsi in un film: “il rapporto tra Vittoria e Abdul parla a, e di, generazioni differenti – spiega la produttrice Beeban Kidron l’età di lei e la gioventù di lui non costituscono barriere all’amore e entrambi vengono trasformati da un’esperienza che era qualcosa di nuovo per tutti e due”. Il film, per la Kidron, “somiglia più a una favola; rimane fedele alla spirito del libro ma ha la necessità di creare momenti drammatici. La storia ha una piacevolissima confezione ma al suo centro c’è un rapporto profondamente commovente”. La direzione del film è stata affidata a Stephen Frears.

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Il regista ha deciso di affidare il ruolo della Regina a Judi Dench, che aveva interpretato Vittoria già nel 1997 con La Mia Regina. I rapporti centrali delle due storie si definirono nel corso di ere molto diverse nella vita di Vittoria, ma la Dench sentiva che c’era un legame: “Vittoria era felice quando era con [suo marito, il Principe] Alberto, poi con [il suo valletto scozzese] John Brown e poi con Abdul – spiega – in tutti e tre i casi Vittoria era rilassata, totalmente rilassata, in compagnia di qualcun’altro senza tutte le str—te della corte, la gente che diceva dove e quando doveva essere dove doveva essere”.

Quando ha conosciuto Abdul, Vittoria era Regina da decenni del suo trono della durata senza precedenti di 63 anni: “Vittoria era prigioniera delle convenzioni – aggiunge la Dench è stato abbastanza facile immaginare come lei, a quel punto annoiata e un po’ stanca, improvvisamente tirò su lo sguardo e vide qualcuno con cui poter almeno parlare e qualcuno almeno piacevole da guardare. Abdul era venuto al Giubileo per donarle una moneta ma, vedendolo, lei non mostrò grande interesse per la moneta…. Quando guardi quelle grandi statue di Vittoria, lei ti sembra invincibile e indomabile. Con questa storia vedremo anche la sua vulnerabilità”.

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A scuotere la Regina è Abdul, interpretato da Ali Fazal: “Abdul prende tutto come viene e assolutamente alla lettera – spiega l’attore – questo porta a dei momenti comici perché, a differenza degli altri, lui dice quello che pensa. La Regina lo adora e vuole passare più tempo con lui”. Abdul viene da un luogo di innocenza ma ha comunque molte sfaccettature: “Abdul è stato un’iniezione di gioventù ed entusiasmo per Vittoria. Lei si godeva la conversazione con lui e lui le ha anche fornito qualcosa di nuovo da imparare – una lingua, una cultura. In quel momento per lei Abdul è stato come una trasfusione di sangue. Lei lo adorava e voleva andare avanti per lui”.

Fazal ha percepito che “il rapporto è diventato un po’ spirituale per entrambi. Leggendo le lettere che si sono scritti, si capisce che imparando l’urdu lei ha cominciato a pensare a Dio in molti modi. Per quanto riguarda la questione se il loro rapporto fosse fisico, beh, tenersi le mani era già un evento. Questo era una relazione unica che riguardava intimità e fiducia molto più che la componente fisica”. Una relazione osteggiata dalla corte (amici, familiari, personale, parassiti) di Vittoria: “è stato sicuramente pregiudizio razziale e bigottismo – spiega Frearsma la loro interferenza totale era anche perché loro avevano qualcosa da proteggere e Abdul costituiva una minaccia. Lo stesso continente indiano era una minaccia per l’Impero e per questo è stato represso”.

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Per il regista, sviluppare questo inaspettato legame e questa stimolante amicizia esigeva che gli attori considerassero la crescita di entrambi i personaggi, proprio come un’anziana regina sofferente vide la possibilità di cambiare grazie a uno spirito giovane e brillante: “il loro è stato un incontro assurdo – conclude Frearsè questo che rende così soddisfacente raccontare questa storia. La natura dell’amore è di cambiare tutto tra due persone, quindi Vittoria e Abdul è sicuramente una storia d’amore”.

“Il mondo della corte della Regina non è il mondo reale; il mondo reale appartiene ad Abdul”

Stephen Frears

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